sagoma di uomo che getta della carta igienica

Racconto umoristico: “Da stasera” (puntata 1 di 7)

sagoma di uomo che getta della carta igienicaFischiettando e gioendo della mia grandiosità, arrivo alla porta dell’appartamento di Francesca. Busso. Fischietto. Aspetto. Fischietto. Si apre la porta. Francesca.

– Ciao! – dico.

– Ciao … – mi guarda – … di solito si porta il dolce o il gelato … ma apprezzo che tu abbia portato … della carta igienica … – dice, un sopracciglio alzato in ancelottiana manifestazione di scetticismo.

Oh, cazzo!
Sovrappensiero, mi sono presentato ad un incontro romantico con un rotolo di carta igienica al posto del consueto mazzo di rose rosse.
Sicuramente anticonformista.
Probabilmente un po’ troppo anticonformista.

Guardo il cestino nel corridoio, dove, appena uscito dal mio appartamento, avevo pensato di gettare il rotolo, ma che, nel mio fischiettare e gioire della mia grandiosità, mi sono grandiosamente dimenticato di usare.
Rimango lì.
Impalato.
Un po’ fisso il cestino. Un po’ fisso Francesca. Un po’ fisso le tette di Francesca.
Un’idiota.
Un’idiota pervertito.
Un’idiota pervertito con in mano un rotolo di carta igienica.
Francesca ha ormai rinunciato a capirmi.
Fortunatamente, aggiungerei.

– Entra, idiota! – mi dice Francesca e ride.
La faccio ridere un sacco.
Non ho ancora capito se sia segno buono o cattivo.
Ma, data la figura di merda (per altro a tema con la carta igienica), propendo stavolta per ‘segno buono’.

– Gli altri non sono ancora arrivati. E Carolina è ancora a farsi la doccia.
Sìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì – penso.
Squillo di trombe. Rullo di tamburi. È il mio momento. Già con l’immaginazione mi vedo a sfruttare il fattore casa libera nei modi più turpi.
Sìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì – penso.
– Ah, no? Peccato… Speriamo che arrivino presto! – dico.
Speriamo che vengano sequestrati dall’Anonima Sarda. Tutti. E che non rivedano più la luce. Caso irrisolto.

Sto ancora fantasticando alla grandissima, che …
– Scusami, ma devo chiamare il mio amore.
Mai sogno (erotico) fu più bistrattato nella storia dell’umanità tutta. Australopiteci compresi. Lucy aveva più tatto.
Non solo boicotta alla grande ogni possibile fantasia. Ma chiama il fiorentin tamarro “amore”!
A M O R E ! ! !

Fiorentin tamarro 1, Daniele 0.

Giuro che domani cerco l’indirizzo. Trovo dove abita. E, appena torno in Toscana, gli piscio sul portone di casa.
Pisciata anonima.
Anonima causa bicipiti superplus di mister-io-schiaccio-le-noci-coi-pettorali.
Anonima, ma terroristica.

… continua…

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