cartelli che indicano direzioni opposte

Racconto tragicomico: “Tra lacrime e sorrisi” (puntata 2 di 8)

cartelli che indicano direzioni opposteMi cambio e arrivo.
Sì, ma dove!?
Non gli ho chiesto dove!
Mi consulto con Fulvio.
– È sicuramente all’obitorio a Livorno.
– Ok, ci troviamo lì tra un’oretta.

Cinquanta minuti dopo sono lì. Seguendo le indicazioni, giungo all’ingresso dell’obitorio. Entro con discrezione. Gli altri ancora non sono arrivati. Non c’è molta gente. Nessuno di mia conoscenza. Davanti a me due porte che danno su due stanze.

Mi avvicino titubante alla porta della stanza di sinistra, mentre nel corridoio sento voci lamentose parlare del povero morto e voci lamentose parlare del momento no dell’Inter.

Sullo stipite della porta è poggiato un gagliardetto che non sfigurerebbe in qualche festa rionale, con in bella evidenza a caratteri cubitali il nome dell’impresa funebre ed in piccolo, molto in piccolo, il nome del defunto. Non è il nome del padre di Gianni. Mi allontano dalla porta di sinistra: la stanza deve essere l’altra.

Entro con aria compunta nella stanza di destra, riflettendo sul cattivo gusto del gagliardetto, e mi trovo, l’attimo dopo, a riflettere sul cattivo gusto dell’entrare con aria compunta a far visita al morto sbagliato: il corpo adagiato al centro della stanza non è quello del padre di Gianni.

Cazzo!

Ma non potevano mettere un fottuto gagliardetto anche qui?

Ormai sono entrato. Che fare?

Mi avvicino, faccio le condoglianze ed esco, tra il disorientamento dei familiari del defunto che si guardano l’un l’altro chiedendosi con lo sguardo: “chi cazzo è? Lo conosci te?”

Esco a passo veloce della stanza. Proseguo uscendo veloce dall’obitorio. Un fuggiasco. Nella fuga mi imbatto in Fulvio, Valerio e Carlo, appena arrivati; mi guardano straniti.
– Fidatevi, all’obitorio non c’è!

… continua…

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