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Racconto umoristico: “Fidanzato a due ruote” (ultima puntata)

scaricare gratis il raccontoEccolo.
Il dottore. Il meccanico.
Uscito dalla sala operatoria. Dall’officina.
Viene in sala d’attesa. Al bar.
A darci la notizia.

Sto tremando. Sto trepidando. Ho paura. Sono cose a cui non puoi prepararti. Almeno io no.

Puoi ragionarci lucidamente. Lucidamente lo sai. Lucidamente lo so. La vita non dura in eterno. Tutti invecchiano. E prima o poi tutti lasciano la strada, spirano l’ultimo alito di marmitta e vanno nel paradiso dei motorini. È il corso naturale delle cose.

Lucidamente lo so. Ma saperlo e accettarlo sono due cose diverse. Molto diverse. E io non lo accetto! C’è anche a chi il corso naturale delle cose sta ampiamente sul cazzo. A me, per esempio. Io da questo momento odio il corso naturale delle cose. Chi cazzo ha stabilito che le cose debbano andare per forza così?!? E chi gliene ha dato il diritto?!? Io no! E non lo accetto! Punto!

È uscito il dottore. Il meccanico. L’aria grave. Il camice ancora macchiato di sangue. Di olio.
Non so che fare.
L’aria grave.
Glielo leggo in faccia.
Non ce l’ha fatta.
Mi sento vedova.
Ce l’ha scritto in faccia.
Sono vedova.

Come andrò avanti?
Triste. Alla fermata del pullman. A fissare i parcheggi dei motorini.
Triste. Seduta sul pullman. A guardare fuori dal vetro i motorini. Quei motorini assicurati. Con gli specchietti. La sella ricoperta in pelle. La carena intatta. Le frecce comandate a bacchetta. Senza una scia. Senza il cambiamento climatico sulla coscienza. Quei motorini che non conoscono la pedalina. Quei motorini che non sono Franck.

Assolutamente non lo sono.

Tutte dicono che il proprio lui è speciale.
Anch’io lo dico.
Il mio però lo è davvero. Lo era.

Come andrò avanti?
Triste. Senza un dito medio da levare.
Triste.
La freccia sinistra non pulserà più. Il cuore di Franck si è fermato.
Poi dalla porta dell’officina vedo uscire una nube tossica.
Nera.
È lui.
È lui!

– Tutto a posto. Funziona. L’unica cosa che non capisco è perché, nonostante non sia rimasto praticamente un pezzo del motorino che mi hai portato, continui a fare quel fumo nero e perché continui a partire random la freccia sinistra … proprio non riesco a capire … – dice il dottore. Il meccanico.

È lui.
Sono io.
Siamo noi.
Di nuovo insieme.
Per sempre.

PS: eviterò di riportare la reazione di mio padre una volta che il meccanico gli ha riferito l’importo per il lavoro svolto.

 

FINE

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