Bo e Luke

Racconto umoristico: “Fidanzato a due ruote” (puntata 5 di 8)

Bo e LukeTutte dicono che il proprio lui è speciale.
Anch’io lo dico.
Il mio però lo è davvero.
A volte anche troppo.

Come quella volta all’incrocio che partì la freccia sinistra e l’autista della Mercedes, pensando che io stessi per svoltare, entrò in strada disinvolto ed io, disinvolta, entrai di testa nel suo abitacolo. Dal finestrino. Senza aprire la portiera. Mi sentivo molto Bo e Luke.
Saltiamo i convenevoli!
Le portiere sono per persone formali.
Saltiamo i convenevoli!
Meglio entrare dal finestrino. Sono una persona diretta io!

Probabilmente non apprezzava molto le persone dirette lui. L’autista della Mercedes.
Si arrabbiò non poco e pretese, a mio modo di vedere assurdamente, di essere rimborsato. A nulla valse il mio tentativo di fare la faccia triste, di mettermi le mani nei capelli, di chiedere scusa scusa scusa scusa scusa, di dire che avevo tre figli e un marito in fuga con una segretaria notarile. Per giunta io neanche avevo una Panda cubica anteguerra, quindi ero messa peggio di Raniera.

Niente.

Cioè. Tremila euro. Che sono un po’ più di niente. Almeno secondo mio padre. Che ha dovuto sborsare i tremila (Franck non è tipo da assicurazione).

Tremila euro. Mio padre perse la testa. Non sono mai stata offesa in così tanti modi in così poco tempo in vita mia. Ho persino imparato parole di cui non conoscevo il significato. Le ho cercate su internet giusto per sapere se se le era inventate e ne ho dedotto che mio padre era senza ombra di dubbio supermegastraiperferrato in anatomia. Stava quasi per chiedere il test di paternità, così da potermi disconoscere.

Tremila euro. Mio padre perse la testa. In un certo senso anche Franck. La carena del muso era completamente andata. Come vedere un motorino con una lastra. E, considerando la questione della malasanità dilagante ed i tempi di attesa per una lastra, non può che essere un vantaggio. E, alla fine, in ogni rapporto di coppia, l’importante è vedersi dentro. E beh … io da quel giorno gli vedo dentro che è una meraviglia.
Altro postumo dell’impatto: per andare dritta, devo piegare lo sterzo verso sinistra. Mi pare una cosa positiva anche questa, perché costringe a restare sempre attenti alla guida ed evitare i colpo di sonno. Anche se per quello, soprattutto in inverno, è sufficiente il casco senza visiera. Ma non si è mai troppo prudenti, no? Specialmente quando si ha alle spalle una adolescenza senza senso del pericolo. E magari sulla sella un secondo passeggero.

… continua…

2 commenti su “Racconto umoristico: “Fidanzato a due ruote” (puntata 5 di 8)”

  1. Il metodo per eccellenza per raddrizzare lo sterzo è semplicissimo! Basta avere delle forbici dalla punta arrotondata con se, e cercare un palo per sbatterci la ruota di lato più e più volte fino al raddrizzamento.

    Un saluto da Giovanni Muciaccia, Art Attack

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