battigia

Racconto umoristico: “Da (a)mare” (puntata 7 di 10)

battigiaIntanto anche Pasquale ha abbandonato la partita. Dichiarando la resa a modo suo: “*** *****!”
Intanto Claudio ha deciso che andrà a fare il bagno.
Con tutto quello che ha bevuto, se solo tocca l’acqua, affoga.

– Dove vai?!?
– A fare il bagno.
– Hanno spostato il mare. Non c’è più. L’hanno fregato i fiorentini.
– Ah.
Si risede convinto.
– Fiorentini di merda! – impreca.
– *** **********! – aggiunge Pasquale.
Si voltano tre quarti dei presenti, palesando tanto una provenienza fiorentina, quanto una fervente fede cattolica.

Io e Francesca fuggiamo dalla faida etnicoreligiosa e ci mettiamo seduti sulla battigia.
Da soli.
Cioè, siamo circondati da stuoli di diciassettrediquindicenni urlanti che si fracassano di pallonate e fracassano i coglioni alle vecchie sul bagniasciuga. Ci razzano palloni, palline, frisbee, vecchie scaraventate a terra a forza di pallonate nei denti. Ma io non ci faccio caso. Nemmeno lei. Frega un cazzo delle vecchie! Come due soldati innamorati sovrappensiero che si alzano dalla trincea per fare una passeggiata romantica nella terra di nessuno, mentre i crucchi mitragliano, bombardano, scannonano.

Da soli.
Seduti sulla battigia.
Io le scrivo sulla sabbia “sei bellissima”.
Arriva un’onda. Cancella.
Lei sorride. Scrive : “lo so”.
Arriva un’onda. Cancella.
Scrivo: “usciamo stasera?”
Arriva un’onda. Cancella.
Lei sorride. Di più. Sorridono anche i suoi occhi. Sono diversi.
Scrive: “ma anche no”.
Arriva un’onda. Fa cilecca. Arriva corta. Si ritrae. Infingarda. Lascia lì un due di picche sabbioso.

Francesca si alza. Ridendo. Mi dà le spalle. Torna agli asciugamani.
La guardo.
Dovendo essere precisi: le guardo il culo.
Dovendo essere precisi e non volgari: le guardo il sedere.
Senza nemmeno voltarsi. La sento dire (precisa, ma volgare): “e smetti di guardarmi il culo!”
– Chi? Io? Ma sei pazza?! Megalomane costì!

Distolgo lo sguardo. Guardo a terra. Sulla battigia. “ma anche no”.
Torno agli asciugamani anche io, scavalcando cristiani e dribblando musulmani, e trovo una costruzione postmoderna. Un castello di sabbia postmoderno. Un castello di sabbia. Senza sabbia. Bottiglie di birra, rigorosamente vuote, si ergono a torrioni. L’architetto postmoderno collassato sull’asciugamano. Quantomeno non avrà intenti di bagni suicidi.

… continua…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *