Julian Ross

Racconto umoristico: “Due amiconi e un libricino” (puntata 5 di 8)

Julian RossLa sua amica aveva scritto su quel libro.
Ovviamente a penna. In culo a lapis e righelli.

Aveva scritto su quel libro le cose che facevano insieme.

Pagina 12. “MSN”

Pagina 35. “Scala 40”

Pagina 43. “Holly e Benji”. Lo guardavano insieme. Lei aveva antidemocraticamente deciso di essere Holly. Lei aveva antidemocraticamente deciso che lui era Julian Ross. Lui aveva democraticamente protestato ‘tra tutti quelli che potevi scegliere … proprio quello malato di cuore dovevo essere io!?’. Lei si era antidemocraticamente sbattuta il cazzo di quella forma di protesta proletaria.

Pagina 95. “Parlare delle ragazze”.

Pagina 96. “Parlare delle tette delle ragazze”.

Le cose che li facevano ridere.

Pagina 47. “La zia porcellona”. Era il periodo in cui Francesca, prima di chiamarlo a casa, gli faceva uno squillo sul cellulare, per avvertirlo, così che rispondesse lui. Francesca gli fece uno squillo sul cellulare. Subito dopo suonò il fisso. Lui rispose. Non disse ‘pronto’. Disse ‘bella porcellona!!!’. Francesca non rispose. Silenzio. ‘ … pronto … cercavo la mamma’. Non era Francesca. Era la zia di lui. Cercava la mamma.

Pagina 93. “Si è rotta una cosina in bagno”. Lei, quando andava nei bagni pubblici, non si sedeva sul water. Dio aveva fatto l’errore di creare anche i maschi. Evidentemente non era onnisciente. Altrimenti non avrebbe commesso quell’errore madornale. E invece lo aveva fatto. Aveva creato i maschi. E i maschi hanno una ed una sola dote. La dote di non riuscire a centrare da quaranta centimetri una tazza larga altrettanto. Quindi lei doveva salire con le scarpe sulla tazza e da lì fare pipì. Aveva adottato quella tecnica. C’era stato un periodo in cui aveva pensato anche di brevettarla. Aveva adottato quella tecnica. Preferibile, quantomeno secondo l’ottuso sistema giuridico in essere, allo sterminio del superfluo genere maschile. Aveva adottato quella tecnica. Tutto era andato liscio per anni. Quel giorno no. Quel giorno la tazza si schiantò. Di netto. La tazza era disintegrata. Il bagno iniziò ad inondarsi. Uscì dal bagnò. Stava per uscire dal bar senza dire niente. Poi si sentì in colpa. Tornò dalla barista. Le disse ‘si è rotta una cosina in bagno’. La barista pensava probabilmente che si fosse staccato il rotolo della carta. ‘Non preoccuparti. Succede un sacco di volte’. Lei se ne andò. Non si preoccupò. Due settimane dopo il bar chiuse per spese impreviste e fuori dalla portata della gestione.

I film che vedevano insieme.
Per la precisione quelli a cui si addormentavano insieme.
Quando andavano al cinema, non dicevano ‘andiamo a vedere un film?’. Dicevano: ‘si va a dormire?’
Facevano le scommesse. Chi resisteva di più. Chi resisteva meno.

Pagina 45. “ ‘Il mio nome è leggenda’. Credo. Non sono arrivata al titolo di apertura. Ho mollato prima dei trailer, c’era la pubblicità di una ditta d’arredamento”.

Pagina 75. “ ‘Il signore degli anelli’. Minuti: 178. Visti io: circa 10. Visti te: circa 5. Totale visti: circa 15. Chi è Frodo?”

Pagina 112. “ ‘Anche libero va bene’. Il culo di Kim Rossi Stuart!!! l’unico film durante il quale non mi sono addormentata!!! uuuhhhhhhh!!! Il culo di Kim <3 <3 <3”.

… continua…

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