sagoma di un uomo morto disegnata col gesso sull'asfalto

Racconto tragicomico: “Sofia” (puntata 3 di 9)

sagoma di un uomo morto disegnata col gesso sull'asfaltoChe situazione di merda. Che cazzo faccio? Che cazzo faccio? *** *****! Cioè, scusami! Ma Te la sei cercata stavolta.

Mia suocera intanto sta colpendo con fare tysoniano. Sofia non riapre gli occhi. K.O. tecnico?
Andiamo! Non Ti metterai a fare le ripicche?! Scherzavo!
Sofia riapre gli occhi.

In famiglia funziona così: mia moglie si sente male, mia suocera la mena, io battibecco col Signore.

Chiamo l’ambulanza.

Non Te ne avere a male, non risiamo nel mezzo di uno scontro tra scienza e fede. Lo faccio perché so che hai molto da fare. E, detto tra noi, al momento si è dimostrata più collaborativa mia suocera che non è onnipotente, ma in compenso è incazzata come una mina per via del mercato.

Giusto il tempo di buttare giù il telefono e giunge alle mie orecchie una voce oracolare: “non chiamate nessuno…”
No… no… nessuna rivelazione divina… trattasi di mia moglie che, con molta fatica ed una voce irriconoscibile, finisce di biascicare uno “…sto meglio”.

Intanto, complimenti per il tempismo. Mia moglie è sempre stata così. Ti cade a terra il gelato e ti dice: “attento… ti cade il gelato!”. Serve il pesce a tavola, tu lo mangi in due bocconi e ti perfori ogni organo interno e lei ti dice: “ah, non lo ho ancora pulito, toglici le lische”. Al mattino, dopo una notte di “attività”, diciamo, ti guarda e ti dice: “è una settimana che non prendo la pillola… dobbiamo stare attenti”.
Intanto, complimenti per il tempismo. In secondo luogo, complimenti per la diagnosi medica. Appena finito di dire che sta meglio,chiude gli occhi e non li riapre più fino all’arrivo dell’ambulanza.

– Vai ad aprire il cancello – mi ordina mia suocera, presa la situazione in pugno.
Vado. Arrivo al tastierino del citofono per aprire il cancello. Mi sento svenire. Premo il pulsante per aprire. Mi siedo. Appoggio la testa sulle braccia.
No, ora no. Sono un membro delle truppe d’assalto. Non ora! E invece sì. Ora. Un codardo. Un fottuto codardo.
Diserzione.
Alzati! Ti sembra il momento?

– HAI APERTO???

– STO APRENDO!

Volto la testa. Guardo il cancello che “sto aprendo”. Chiuso. Ma proprio chiuso. Serrato.
In compenso le luci sono accese. A giorno.
Concludo sillogisticamente di aver premuto il tasto sbagliato. Ma mi complimento con me stesso.
In fondo avrei dovuto accendere anche le luci.
Un po’ come uno delle truppe d’assalto che mira a Bin Laden e ammazza il Mullah Omar. Sempre terrorista è.
Mi faccio forza. Mi alzo. Mi sento sbandare. Riesco a premere tutti i tasti.
Risultato: apro il cancello, il cancellino, accendo la videocamera esterna, spengo le luci.
In fondo chi cazzo se ne frega del Mullah Omar?!

– CHE CAZZO STAI FACENDO?!?

È il caposquadriglia che, via radio (cioè, urlando da un capo all’altro della casa), chiede se ho portato a termine la mia missione.
Provo ad alzarmi. Va già molto meglio.
Torno da mia suocera e Sofia.
Scena: Sofia, incosciente in poltrona, pare un pensionato nell’ora della pennichella, le gote rosse fuoco, no, non ha ripreso colorito perché sta meglio, bensì a causa del suo rifiuto mattutino di portare la madre al mercato; mia suocera sdraiata a terra, ai piedi della poltrona, cosciente, ma non riesce a muoversi. Evidentemente non sono l’unico ad essersi impressionato. Non riesce a muoversi ma parla. Cazzo se parla. Per la precisione non si cheta un secondo.

– Come sta Sofia? Meglio? Si è ripresa? Ha gli occhi aperti? E te che cazzo hai fatto di là? Cinque minuti per pigiare un cazzo di tasto? Cazzo!

Mi mitraglia di domande e di cazzi. Mi ritrovo a sparare… ehm, no, a sperare che perda coscienza anche lei.
La interrompo dicendo: “vado in strada ad aspettare l’ambulanza, tanto vedo che hai la situazione in pugno”
– Prendi, prendi per il culo… poi prendo a schiaffi anche te!
– Vado… n o n m u o v e r t i!

… continua…

4 commenti su “Racconto tragicomico: “Sofia” (puntata 3 di 9)”

    1. è un onore!!!

      ti riporto la recensione della mi’ mamma una volta che ha letto il racconto: “ci sono un po’ troppi ‘cazzi’ ma è ganzo” ahahahaah

  1. ok,ritiro quello che ho appena detto!Forse nelle prime due puntate ho fatto fatica a leggere, ma mo’ non riesco a smette di ride:-)

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